Molto Reverendo in Cristo Padre Generale
Io rifiutai aver fatto quanto doveva per quiete di mia coscienza quando manifestai a Vostra Paternità che io giudicava volesse Dio esser Servito da me nell’America. Credetti però che mi restasse una sola cosa farle nota cioè a tempo opportuno la mia fermezza in questi sentimenti. Ora un certo timore d’aver mancato a questo obbligo, mi spinge per tranquillità di mia coscienza a scriverle a tal fine queste poche parole.
Io dunque saper alla Paternità Vostra, che io sono venuto più di una volta per dirle che, siccome allora quando a Lei lo manifestai, così fieramente stima che sia vera voce di Dio quella che mi invita a dimandare la missione all’America. Che temo assai non sia stato d’amor proprio sregolato quello che mi ha fatto credere fin qui ogni tempo inopportuno a fare colla Paternità Vostra questa mia parità. Che qualora sembrasse a Lei di comandarmelo io anche dentro questo giorno sono pronto a partire, e qualora Ella lo volesse senza neppur salutare i miei parenti. Che finalmente il mio unico desiderio è fare la volontà di Dio e in questa ho trovato la tranquillità del mio spirito, e spero che la troverò sempre finché mi resterà filo di vita.
Prendo questa occasione per dirle che ho adempiuto a tutto che la Paternità Vostra mi mostrò dover fare per l’appagamento dei miei Superiori e spero che questi non avranno da me ombra di cagione per guardarvi da fatti miei per l’avvenire.
Dopo ciò sono interamente tranquillo, qualunque cosa la Paternità Vostra sia per determinare intorno alla mia persona.
Della Paternità Vostra
Dal Collegio romano 28 Giugno 1845
L’infimo dei sudditi
Ludovio Ruiz della Compagnia di Gesù