A.M.D.G.
Molto Reverendo in Cristo Padre Nostro.
P.C.
Il vivo desiderio di tutto sacrificarmi a chi devo, di faticare nella vigna del Signore, di esperimentare gli effetti della povertà, mi sforza a pormi novellamente ai piedi di Vostra Paternità molto Reverenda, e di nuovo innovare le preghiere, replicare le istanze, che mi veglia aver presente e consolare [...] desideri d’un suo figlio. La missione a qualche popolo barbaro, rozzo, idolatro in cui ci sia molto da faticare e da esercitare l’umiltà forma tuttora il caro oggetto dei miei più caldi voti, delle mie preghiere e speranze, l’anima de’miei studi, la meta dei miei sospiri, il dolce mio conforto. Beh, mia sia propizia, e memore sarò sempre di tanto favore.
Io sono sanissimo, e ne’ tre anni, che già sono in questa compagnia d’amore non ho sofferto né breve, né lunga malattia, e però parmi di trovarmi in tal essere da poter reggere ad ogni come che grave fatica… Ma che menta, che intere sere le forze corporali se mancano le forze spirituali?...Dove sono le virtù necessarie a tanto ministero? A tal dimanda non sò veramente che rispondere; trovo bensì gran materia di confondermi e di umiliarmi, poiché molto freddo sono nell’amore di nostro Signore e pieno di volontaria miseria.
Tuttavia nostro Signore mi mette in cuore una tal confidenza che mi fa sperar di potere io pure far qualche progresso nel cammino della virtù. Fra tanto pieno di fiducia di vedermi quanto prima esaudito, e perciò stesso allegrissimo, mi raccomando di cuore ai suoi Santi Sacrifici, mentre baciandole la mano mi imploro la paterna benedizione godendo di chiamarmi umilmente qual sono.
Di Vostro Paternità Molto Reverenda
Piacenza il 29 Giugno 1845
Infimo Servo e Figlio
Giovanni Mai della
Compagnia di Gesù